LA NOSTRA LODI
Lodi e l'Adda visti dall'alto
Quando ci capita di dire, conversando con estranei, che siamo Guide Turistiche del Lodigiano , il nostro interlocutore prima abbozza un sorriso divertito, poi curioso e un po' ironico chiede “Ah, perché c'è il turismo a Lodi? E cosa c'è da vedere?”
Reazione lecita nonché comprensibile. Inutile fingere: Lodi non è né le famose e importanti Milano e Bologna, né le più piccole e ugualmente vicine Mantova o Parma.
Allora, per rispondere al nostro interlocutore, essendoci armati di pazienza, saremmo tentati di cominciare a raccontare una storia. Una storia che inizi con Gneo Pompeo Strabone, nell'89 a.c., e arrivi ai giorni nostri. O forse con una leggenda, quella del drago Tarantasio e di quel lago che probabilmente ricopriva le nostre terre ai tempi che furono.
Ma poi, riflettendoci, capiremmo che se da un lato il nostro interlocutore non avrebbe tutto quel tempo – e forse anche la pazienza - che a noi servirebbe per portare a termine il racconto, dall'altro questo nostro piacevole sforzo servirebbe a poco.
Perché le parole, senza un riscontro visivo, non sono sufficienti.
Perché una risposta possibile sarebbe “Ci sono diverse cose da vedere. Forse varrebbe la pena farci un giro”. Un paio d'ore, un pomeriggio, una giornata. Ritagliarla per noi stessi, ritagliarla per la piccola Lodi e la sua giovane provincia.
Nonostante vi abbiano lavorato artisti, architetti e pittori di notevole rilievo – la bottega dei Piazza, Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, Giovanni Battagio, Francesco Carminati detto il Soncino, Carlo Carloni, Enrico Scuri e tanti altri - mancano a Lodi le grandi firme che fanno accorrere a frotte i turisti.
Il cuore della città è medioevale. Come un foro romano, sulla Piazza Maggiore si affacciano il Duomo e il Palazzo del Comune . Dietro, il Palazzo Vescovile ; a pochi passi una delle chiese più antiche , San Lorenzo , e un paio di vie più in là la bella e quieta San Francesco, cara alla poetessa Ada Negri, tempio della spiritualità Lodigiana.
Tutto è dolcemente e finemente misurato, quasi rispondendo a un austero ed elegante richiamo alla sobrietà. Quella modestia forse caratteristica della “buona indole dei Lodigiani”.
Uno dei gioielli più preziosi e importanti della città – Il Tempio dell'Incoronata – si scorge a malapena dalla strada. Le arti più bizzarre, come il Barocco, si sono modellate sulla città senza stravolgerne l'assetto. Durante gli anni influenzati dagli apporti Liberty, nel centro storico si è preferito conservare l'assetto tardo-gotico della città. Le vie si sono così gentilmente arricchite di leggeri balconate, piccoli e grandi cancelli; i portoni si sono impreziositi di decori floreali e naturali; sulle finestre troneggiano volti femminili e piccoli angeli. Le facciate diventano spalliere di rose stabili tutto l'anno, il ferro battuto ingentilisce i balconi con corpose farfalle, quasi invisibili ai più distratti.
La piccola dimensione della città ha facilitato l'integrazione e la cooperazione tra potere laico e religioso, espresse al massimo grado sia nell'erezione del Tempio dell'Incoronata sia nell'edificazione dell' Ospedale Vecchio , simbolo della solidarietà dei Lodigiani.
Fuori dal centro storico, un proliferare di ville, villini, quartieri nuovi e moderni: la città con il Ventesimo secolo si allarga.
E in pochi chilometri si esce dalla periferia e ci si immerge nella campagna. Qui, in mezzo ai campi e agli argini della provincia, svettano, eleganti e memori degli antichi fasti, chiese, abbazie, castelli, sontuose ville che non aspettano altro che potersi raccontare ed essere visitate.
Ecco, questa è la nostra piccola Lodi e il suo territorio.
La nostra Lodi dal colore del mattone e della terracotta, la nostra Lodi e le sue ceramiche, i suoi palazzi, le chiese. La nostra Lodi e il suo profondo e sentito culto per la Madonna. La cucina e le tradizioni, gli organi e i corali miniati. La sua provincia e la campagna, i tre fiumi che la bagnano – Adda, Po, Lambro -, le sue oasi e parchi naturalistici.
È nostra , secondo le diverse maniere e sensibilità con cui ciascuna di noi guide se ne è impossessata, e innamorata.
All'interlocutore, dunque, che ci pone la fatidica domanda “Ma cosa c'è da vedere a Lodi?”, la risposta migliore è: “Ci sono molte cose da vedere e vale davvero la pena farci un giro e scoprirle di persona”.
Presentazione al Tempio nell'Incoronata e composizione di fotografie con la Piazza Maggiore